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Il fascino della mitica E6

Gianni Nigro
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La lunga via verso il nord

Dalla zona sud della Svezia parte un’autostrada a quattro corsie, che, costeggiando il mare, prende il nome (europeo) di E6. La strada prosegue in direzione nord, entrando in Norvegia, sfiorando Oslo. Perde sempre più i connotati dell’autostrada come la intendiamo in Europa, diventando una stretta striscia d’asfalto.

Il primo altopiano

La E6 percorre la zona centrale della bassa Scandinavia dirigendosi verso Hamar e Lillehammer, località rese famose in tutto in mondo da recenti olimpiadi invernali. Poi piega verso nord – ovest, raggiungendo Dombås e qui svolta bruscamente verso il nord andando e risalire e taglia il primo dei tre altopiani della Norvegia, in cima al quale domina la Tundra.
Dall’altopiano si scende a rotta di collo verso Oppdal, altra stazione sciistica molto frequentata d’inverno dai turisti, ma anche nella stagione più mite.

Ancora il mare

Da qui la E6 prosegue fiutando il mare fino a ritrovarlo a Trondheim. Per molte decine di chilometri la strada costeggia un susseguirsi di fiordi, infilandosi spesso in tunnel e uscendo con rinnovati paesaggi mozza fiato.

La zona interna

Quindi riprende con la massima decisione a risalire la penisola verso il nord, percorrendo una zona interna lontana dal mare, in mezzo a boschi di betulle e pini, regno degli alci, con rare casette, talvolta gialle, o bianche, o rosse, o anche celesti, sempre in legno, raggiungendo infine il secondo altopiano, che al suo centro ha una costruzione turistica che segna il passaggio del Circolo Polare Artico.
L’altopiano è sempre freddo, anche in piena estate, e le correnti gelide scendono dai monti che lo circondano, dalla tipica forma arrotondata, memoria di tempi lontani, quando enormi blocchi di ghiaccio li sovrastavano.

I fiordi della parte settentrionale

La sottile scia di ruvido asfalto prosegue fino a Fauske e, dopo una serie di tunnel scavati nella nuda roccia, arriva a Narvik, proseguendo per Alta e l’estremità nord della penisola scandinava.
Da Fauske in poi la strada si avvicina e si allontana dai fiordi, talvolta li costeggia, accompagnandoli nel loro penetrare nell’interno tra montagne verticali.

Il viaggio infinito

I turisti che dal continente partono per raggiungere il mitico Capo Nord (Nord Kapp), situato sull’isola di Magerøya, o comunque coloro che strada facendo decidono di volta in volta di spingersi sempre più a nord fino ad arrivare a quella meta, sanno bene quanti chilometri vi sono da percorrere, quante ore e giorni da trascorrere al volante o chiusi in macchina.
Ma la strada è costellata di versi parcheggi, con servizi igienici in piccole casette di legno e molto spazio per sgranchirsi le gambe e fiutare l’ossigeno della frizzante aria scandinava.
Senza contare che non c’è villaggio che non varrebbe la pena di una visita, anche di una sosta lampo, di un caffè nella caffetteria del locale centro commerciale, di una discesa alla riva torrente o del lago o del fiordo, con l’amica acqua sempre presente.

Gianni Nigro